Nella quinta dimensione, il cyberspazio dove si combatte – o, perlomeno, dove fino a poco tempo fa
si è combattuto – una parte considerevole del conflitto tra Hamas e Israele, tutto tace da giorni. Da quando i negoziatori delle due parti hanno cominciato a incontrarsi a Doha, le offensive cyber contro
Israele – e alcuni Paesi occidentali che si erano schierati a fianco di Tel Aviv – che hanno caratterizzato
la prima fase delle operazioni, accompagnando il blitz terroristico del 7 ottobre, sembrano essere
improvvisamente cessate.
Le attività dei 150 gruppi cyber pro-Hamas censiti da Swascan – parte del polo italiano per la cybersicurezza di Tinexta Group – nei primi dieci giorni di guerra, residenti in Marocco, Algeria, Sudan, Yemen e in Iran, sono nettamente affievolite, se non scomparse in alcuni casi.
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