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Lo scorso 2 settembre 2021 Swascan, attraverso la sua analisi dei Cyber Risk Indicators, ha presentato una fotografia generale dello stato dell’arte della Sanità italiana dal punto di vista puramente cyber security.
Questo report (disponibile qui) aveva preso in considerazione 20 tra le prime 100 strutture sanitarie pubbliche e private su base fatturato o dimensione del settore merceologico oggetto di analisi, facendo riferimento ai dati 30 rilevati giorni precedenti alla pubblicazione dell’analisi.
In breve (la metodologia utilizzata è descritta in dettaglio a questo link), era stato possibile rilevare come, a fronte del campione analizzato, in nostro Paese si trovava di fronte ad un elevato potenziale rischio di cyber attacco contro queste infrastrutture critiche.
Il Benchmark con l’Europa
Questo lavoro adesso viene contestualizzato confrontando i dati estrapolati durante la prima analisi con quelli raccolti prendendo in esame 20 delle maggiori 100 strutture presenti nei dieci Paesi più grandi del vecchio continente (Italia compresa).
Le vulnerabilità
Come in precedenza, la prima evidenza raccolta fa rifermento al numero totale di potenziali vulnerabilità riscontrate. In questo caso (Figura 1), comanda la Germania con 1959, seguita dalla Finlandia con 1440 e chiude il podio l’Italia.
In questo caso, (Figura 2) la media europea si attesta a 683 per nazione, l’Italia in questa classifica si trova ben oltre la media europea con 942 vulnerabilità.
Email Compromesse
Un altro dei valori rilevati grazie alla tecnologia di Domain Threat Intelligence di Swascan, è quello della presenza di email compromesse.
In questo caso, l’Italia “scende” dal podio (in quarta posizione con 9355 email rilevate) ora dominato dall’Inghilterra con 33870 coppie mail e password compromesse; seguono Germania con 13583 e Finlandia con 11793.
La media in questo caso (Figura 4) si attesta a 8697 per nazione, anche in questo caso l’Italia attesta una corrispondenza di email compromesse oltre i valori europei con 9355.
Servizi e Porte esposte
In aggiunta alle potenziali vulnerabilità è stato possibile rilevare (Figura 5 & 6) come nei Paesi analizzati vi siano 7597 istanze di porte esposte a internet e quindi potenzialmente attaccabili
Conclusioni
Questo benchmark fa da compendio al lavoro realizzato per la sanità nostrana (disponibile qui) e serve ad illustrare come il nostro Paese, seppur con le attenuanti dell’emergenza COVID-19, sia ancora uno dei più vulnerabili in Europa in termini di resilienza cyber.